giovedì, dicembre 06, 2007

Quel sentimento inutile......

Dove realmente l'uguaglianza è penetrata ed è durevolmente fondata, nasce quell'inclinazione, considerata in complesso immorale, che nello stato di natura sarebbe difficilmente comprensibile: l'invidia.
L'invidioso, quando avverte ogni innalzamento sociale di un altro al di sopra della misura comune, lo vuole riabbassare fino ad essa. Esso pretende che quell'uguaglianza che l'uomo riconosce, venga poi anche riconosciuta dalla natura e dal caso. E per ciò si adira che agli uguali le cose non vadano in modo uguale.
(Nietzsche, Umano troppo umano)

domenica, novembre 18, 2007


sabato, novembre 10, 2007

Ciascuno cresce solo se sognato

C'è chi insegna
guidando gli altri come cavalli
passo per passo:
forse c'è chi si sente soddisfatto
così guidato.

C'è chi insegna lodando
quanto trova di buono e divertendo:
c'è pure chi si sente soddisfatto
essendo incoraggiato.

C'è pure chi educa, senza nascondere
l'assurdo ch'è nel mondo, aperto ad ogni
sviluppo ma cercando
d'essere franco all'altro come a sé,
sognando gli altri come ora non sono:
ciascuno cresce solo se sognato.
(Danilo Dolci)

giovedì, ottobre 25, 2007

Ogni bellezza

opera di Maurizio Vinanti

venerdì, ottobre 05, 2007

J. Moreau - Mi domando perchè la nostra società ha bisogno di tutte queste copie delle cose. Non parlo soltanto della pittura, no, ma delle copie di tutto, anche delle copie come i foulard, le valigie, le borse, gli orologi...!
M. Mastroianni - Gli originali sono molto cari!
J. Moreau - E' vero! Ma nel suo caso la riproduzione di un Cézanne oppure la foto di un paesaggio basterebbe.
M. Mastroianni - Lo so... Io penso che chiunque copi il quadro di un grande artista ha la possibilità di ripetere l'atto di quell'artista e forse anche di ritrovare, magari per caso, i gesti esatti!
J. Moreau - Una copia dei suoi gesti!
M. Mastroianni - E perchè no? Ritrovare i gesti di un genio mi procurerà più soddisfazione di qualunque pennellata che fosse stata la mia....

(Michelangelo Antonioni, Wim Wenders, Al di là delle nuvole, 1995)

venerdì, giugno 22, 2007

....Si parla di etnie e razzismo, culture e intolleranza: intolleranza verso lo straniero, il meridionale. il povero, il barbone, il travestito, la prostituta, il malato, l'anziano. Da ciò che si vede e si sente si è diventati intolleranti a tutto ciò che non rientri strettamente nella propria sfera identitaria, a tutto ciò che non corrisponda al paradigma di principi di base di un gruppo per l'identificazione e la differenziazione delle persone.
Identità personale, identità etnica e identità culturale: per certi aspetti, facce diverse dello stesso prisma. [...]
In realtà si cade in questi errori quando non si conosce veramente l'alterità, lo straniero, la cultura altra; quando non si è stati educati a voler conoscere e a ritenere che tale conoscenza sia l'unica vera arma per combattere l'intolleranza e il rifiuto, oltre che il conflitto che da essi inevitabilmente scaturisce.
(L. Bindi - B. Faedda)

giovedì, giugno 07, 2007

Uno sciame di vele bianche,
come gabbiani nel cielo,
come fiocchi di neve,
come semi sparsi nel vento.

martedì, maggio 29, 2007


martedì, maggio 08, 2007

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi e' infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna
o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una
splendida felicità.
P. Neruda

giovedì, aprile 26, 2007

Un po' di psicologia....

Quali sono gli schemi psicologici che consentono agli individui di operare un controllo sui propri pensieri e di non risentire scrupoli morali nel momento in cui infliggono il male agli altri?

La gente di solito non si impegna in una condotta nociva finchè non si è convinta della moralità delle proprie azioni. In questo processo di giustificazione morale, una condotta nociva viene trasformata e resa personalmente e socialmente accettabile ponendola al servizio di scopi socialmente validi o morali. Così la gente può convincersi di agire in base a un imperativo morale. Rapide e radicali diversioni verso un comportamento distruttivo grazie a una giustificazione morale sono messe in luce nella condotta militare. Se si vuole che persone civili diventino combattenti tenaci, non lo si ottiene alterando la loro struttura di personalità, le loro pulsioni aggressive o i loro principi morali.
Ci si arriva, piuttosto, ridefinendo moralmente il carattere morale dell'uccidere, sottraendolo così all'autocensura. Dato che i metodi violenti sono moralmente biasimati, le persone si convincono di combattere contro spietati oppressori per proteggere i loro valori più cari, per salvare la pace nel mondo, per salvare l'umanità dalla tirannia o per restare fedeli agli impegni verso il proprio paese.
Disse bene Voltaire affermando che chi riesce a farvi credere delle assurdità riesce a farvi commettere delle atrocità. Nei secoli, gran parte delle condotte distruttive o riprovevoli sono state messe in atto da gente normale, rispettabile, in nome di virtuose ideologie o di principi religiosi o di imperativi nazionalistici. Se visti da prospettive diverse, gli stessi atti di violenza appaiono diversi a gente diversa. Nei conflitti di potere è spesso apparso evidente che per un gruppo un'attività è terroristica ma per un altro gruppo è una lotta di liberazione combattuta da eroi. E' per questo che gli appelli morali contro la violenza trovano normalmente scarso ascolto. Gli avversari santificano le proprie azioni di militanza, ma condannano quelle dei loro antagonisti come barbarie perpetrate sotto la copertura di indegni principi. Ognuna delle due parti si sente moralmente superiore all'altra.
[Tratto da Bandura di G.V. Caprara]

martedì, aprile 17, 2007

Sardegna

Sul languido cielo s'incidono,
Sardegna, i tuoi monti di ferro.
Cielo velato
come da un polline
malsano, che a guardarlo ci si strugge.
Malinconica Circe,
è con questo richiamo
che trattieni il partente,
presso il Limbara nostalgico.
Ed è così che il sardo
mai tradirà la sua terra fedele.

[Vincenzo Cardarelli]

venerdì, aprile 06, 2007

Nero e sibili di velluto....

Nero e sibili
di velluto è la vicenda,
e poi marmi e sugheri
fornicare tra le canne:
organi di granito.
Il terzo rigo
è terra scossa, il quinto:
è niente ma poi
la bestia nel tegame
e il mestolo percuotendo
a pressione e i suoi tasti.
L'uva fermenta e
si arrangia col piano, cubi
di neve sulla sera fuori
della terra ingiallita,
e le corde sono passione
di porti mai visti,
la corda brama le cime
e la vela latina;
lei è serena.
la neve, coltre di lana,
nasconde, eppure
è stata partorita
l'aria migliore
sull'inizio di Lui
improvvisando.

[Davide Casu]

venerdì, marzo 30, 2007

Una poesia è una città

una poesia è una città piena di strade e tombini
piena di santi, eroi, mendicanti, pazzi,
piena di banalità e roba da bere,
piena di pioggia e di tuono e di periodi
di siccità, una poesia è una città in guerra,
una poesia è una città che chiede a una pendola perché,
una poesia è una città che brucia,
una poesia è una città sotto le cannonate
le sue sale da barbiere piene di cinici ubriaconi,
una poesia è una città dove Dio cavalca nudo
per le strade come Lady Godiva,
dove i cani latrano di notte, e fanno scappare
la bandiera; una poesia è una città di poeti,
per lo più similissimi tra loro
e invidiosi e pieni di rancore…
una poesia è questa città adesso,
cinquanta miglia dal nulla,
le 9.09 del mattino,
il gusto di liquore e delle sigarette,
né poliziotti né innamorati che passeggiano per le strade,
questa poesia, questa città, che serra le sue porte,
barricata, quasi vuota,
luttuosa senza lacrime, invecchiata senza pietà,
i monti di roccia dura,
l'oceano come una fiamma di lavanda,
una luna priva di grandezza,
una musichetta da finestre rotte…

una poesia è una città, una poesia è una nazione,
una poesia è il mondo…

e ora metto questo sotto vetro
perché lo veda il pazzo direttore,
e la notte è altrove
e signore grigiastre stanno in fila,
un cane segue l'altro fino all'estuario,
le trombe annunciano la forca
mentre piccoli uomini vaneggiano di cose
che non possono fare.
[Charles Bukowski]

mercoledì, marzo 28, 2007

Sotto un albero di lillà

Lilac wine is sweet and heady,
Like my love

Lilac wine, I feel unsteady,
Like my love

Listen to me, I cannot see clearly

Isn't that she, coming to me

Nearly here

Lilac wine is sweet and heady,

Where's my love

Lilac wine, I feel unsteady,

Where's my love


(Jeff Buckley)

sabato, marzo 24, 2007

Intelligenza, dammi
il nome esatto delle cose!
...La mia parola sia
la cosa stessa,
creata nuovamente dalla mia anima.
Attraverso di me vadano tutti
coloro che le ignorano, alle cose;
attraverso di me vadano tutti
quelli che le obliano, alle cose;
attraverso di me vadano tutti
coloro che le amano, alle cose...
Intelligenza, dammi
il nome esatto, e tuo,
e loro e mio, delle cose.
(Juan Ramòn Jiménez)

lunedì, marzo 12, 2007

Oh Capitano, mio Capitano!

Mi sembra di rivederlo, adesso, intanto che il Vaitiara dondola lento (e chissà, forse malinconico) all'ormeggio, in una giornata d'agosto a raccontare storie di vita, di mare e di marinai del passato mentre dice alla Tavolara appena doppiata: "Tavolara, sei la fabbrica del vento...".
lu

mercoledì, marzo 07, 2007

...Di voi che resta antichi amori
giorni di festa teneri ardori
solo una mesta
foto ingiallita fra le mie dita.
Di voi che resta sguardi innocenti
lacrime e risa e giuramenti
solo sepolto in un cassetto qualche biglietto.
Sere d'aprile sogni incantati
capelli al vento baci rubati
che resta dunque di tutto ciò ditemi un pò.
Rivedo un viso mormoro un nome
ma non ricordo quando né come
penso a un villaggio dove non so se tornerò....
Franco Battiato - Che cosa resta

lunedì, marzo 05, 2007

[I libri] Li interrogo e mi rispondono.
E parlano e cantano per me.
Alcuni mi portano il riso sulle labbra o la consolazione nel cuore.
Altri mi insegnano a conoscere me stesso e mi ricordano che i giorni corrono veloci e che la vita fugge via.
Chiedono solo un unico premio: avere un libero accesso in casa mia, vivere con me quando tanto pochi sono i veri amici.
Petrarca

venerdì, marzo 02, 2007

Il maestro O'Halloran disse....

"Dovete studiare e imparare per farvi un'opinione vostra sulla storia e su tutto, se la mente è vuota le opinioni uno non se le può fare.
Riempitevi la mente, riempitevi la mente.
La mente è il vostro tesoro e nessuno al mondo può ficcarci il naso.
Se uno di voi vincesse la lotteria d'Irlanda e si comprasse una casa in cui servissero i mobili secondo voi ci metterebbe tutta robaccia?
La mente è la vostra casa e se la riempite di robaccia sentita e vista al cinema la manderete in malora.
Potete anche essere poveri e avere le scarpe rotte, ma la vostra mente sarà sempre un palazzo".
Frank McCourt - Le ceneri di Angela

giovedì, marzo 01, 2007


Oggi lasciate che sia felice,
io e basta,
con o senza tutti,
essere felice con l'erba,
e la sabbia,
essere felice con l'aria e la terra,
essere felice con te,
con la tua bocca,
essere felice.
Pablo Neruda

mercoledì, febbraio 28, 2007

Tu lettore..

Tu lettore, palpiti di vita, orgoglio, amore, al pari di me,
siano dunque per te i canti che seguono.
Walt Whitman

domenica, febbraio 25, 2007

Venite amici, che non è tardi per scoprire un nuovo mondo.
Io vi propongo di andare più in là dell'orizzonte e se anche non abbiamo l'energia che in giorni lontani mosse la terra e il cielo, siamo ancora gli stessi, unica eguale tempra di eroici cuori. Indeboliti forse dal fato ma con ancora la voglia di combattere, di cercare, di trovare e di non cedere.......
Alfred Lord Tennyson

venerdì, febbraio 16, 2007

"Ti voglio raccontare una storia", disse Zedka.
"Un potente stregone, con l'intento di distruggere un regno versò una pozione magica nel pozzo dove bevevano tutti i sudditi. Chiunque avesse toccato quell'acqua, sarebbe diventato matto. Il mattino seguente, l'intera popolazione andò al pozzo per bere. Tutti impazzirono, tranne il re, che possedeva un pozzo privato per sé e per la famiglia, al quale lo stregone non era riuscito ad arrivare. Preoccupato, il sovrano tentò di esercitare la propria autorità sulla popolazione, promulgando una serie di leggi per la sicurezza e la salute pubblica. I poliziotti e gli ispettori, che avevano bevuto l'acqua avvelenata, trovarono assurde le decisioni reali e decisero di non rispettarle.
Quando gli abitanti del regno appresero il testo dei decreti, si convinsero che il sovrano fosse impazzito, e che pertanto ordinasse cose prive di senso. Urlando, si recarono al castello chiedendo l'abdicazione.
Disperato il re si dichiarò pronto a lasciare il trono, ma la regina glielo impedì, suggerendogli: 'Andiamo alla fonte, e beviamo quell'acqua. In tal modo, saremo uguali a loro'. E così fecero: il re e la regina bevvero l'acqua della follia e presero immediatamente a dire cose prive di senso.
Nel frattempo, i sudditi si pentirono: adesso che il re dimostrava tanta saggezza, perchè non consentirgli di continuare a governare?
La calma regnò nuovamente nel paese, anche se i suoi abitanti si comportavano in maniera del tutto diversa dai loro vicini.
E così il re poté governare sino alla fine dei suoi giorni".
[Paulo Coelho - Veronika decide di morire]

mercoledì, febbraio 14, 2007


Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte
che, come vedi, ancor non m'abbandona.
Amor condusse noi ad una morte:
Caina attende chi a vita ci spense.
[Dante, Inferno, V, 103-107]

lunedì, febbraio 12, 2007

L'uomo

Nulla mi lega a nulla.
Voglio cinquanta cose allo stesso tempo.
Bramo con un'angoscia di fame di carne
quel che non so cosa sia
definitivamente l'indefinito.
Dormo irrequieto e vivo in un irrequieto sognare
Di chi dorme irrequieto, mezzo sognando.
(Fernando Pessoa - da Lisbon Revisited)

Untitled


Mare Nostrum

Il mare crea, il mare distrugge. Meglio: muta, trasforma, divora. Con inesausta pazienza, lavora da millenni, infaticabile scultore del mondo asciutto, a modellarlo secondo il suo capriccio: martella scava sgretola sbriciola sminuzza, fino a ridurre in sabbia impalpabile la roccia, fino a intagliare falesie e fiordi, a creare promontori e penisole, a dentellare scogliere, a stendere manti di ghiaia e di arena sulle coste preferite.
Poi, stravagante decoratrice, arreda i litorali con la sua collezione di relitti galleggianti affidati alle correnti, al vento, alle maree: gli avanzi delle navi affondate che tornano a terra come un eterno monito a non dimenticare la potenza del mare.
Un tempo, quando gli uomini ne rispettavano e ne temevano i segreti e i misteri, mandava a riva le sue più strane creature: le sirene a rapire bei marinai, la balena a inghiottire Giona, il mostro a divorare Andromeda.
A volte, per incarico divino, si infuriava contro le città degli uomini che peccavano specchiandosi nelle sue onde e in notti di tregenda le spazzava via senza lasciarne traccia dalla sua costa, che voleva incontaminata e pura come le acque salse. [Gianni Guadalupi]

Breve storia...

"Un uomo trovò un uovo d'aquila e lo mise nel nido di una chioccia.
L'uovo si schiuse contemporaneamente a quelle della covata, e l'aquilotto crebbe insieme ai pulcini.
Per tutta la vita l'aquila fece quel che facevano i polli del cortile, pensando di essere uno di loro.
Frugava il terreno in cerca di vermi e insetti, chiocciava e schiamazzava, scuoteva le ali alzandosi da terra di qualche decimetro.
Trascorsero gli anni, e l'aquila divenne molto vecchia.
Un giorno vide sopra di sè, nel cielo sgombro di nubi, uno splendido uccello che planava, maestoso ed elegante, in mezzo alle forti correnti d'aria, muovendo appena le robuste ali dorate.
La vecchia aquila alzò lo sguardo, stupita. "Chi è quello?" chiese.
"E' l'aquila, il re degli uccelli", rispose il suo vicino.
"Appartiene al cielo. Noi invece apparteniamo alla terra, perchè siamo polli".
E così l'aquila visse e morì come un pollo, perchè pensava di essere tale.
[Anthony De Mello]

domenica, febbraio 11, 2007

Come in uno specchio

Occorre guardare a sè stessi come in uno specchio, in cui si abbia l'immagine riflessa attraverso la mediazione di uno strumento che ci consenta di percepire noi stessi come gli altri ci vedono, ma allo stesso tempo lo specchio deve consentire di proiettare una luminosità diversa, che consenta di vedere l'altro attraverso la nostra esperienza di vita: un gioco quindi di incastri e di riflessi in cui interno ed esterno, passato e presente, tradizione e modernità svolgono tutti un ruolo integrato che solo può garantire lo sviluppo e la crescita, senza le aberrazioni provocate dall'inseguimento di modelli preconfezionati.
[Tratto da: Isole allo specchio di A. Fadda]

sabato, febbraio 10, 2007

Un grande artista....

Anch'io come te non ero nato
per vedere il mare.
Come te non sono cresciuto alto
per restare più vicino alla terra
ai solchi caldi delle vigne
e degli orti.
Ho seguito il tuo comando
prima con la fantasia
poi a cavallo del demone tecnologico
sulla Queen Mary
nel Jumbo jet.
Ho attraversato ponti trasparenti
periferie industriali desolate,
ho dormito nei grattacieli
di vetro
disegnati da Mies Van der Rohe
ondulati al vento gelido
sul lago del Michigan.
Son tornato a Orani
annunziato dalle tue comari:
"ricco e potente è",
hanno detto.
"Meschinu", hai riposto,
"costretto a vivere in terre straniere".
(Costantino Nivola)

Atoms for peace

No more going to the dark side with your flying saucer eyes No more falling down a wormhole that I have to pull you out ??? No more talk about the old days It's time for something great I want you to get out And make it work So many lies So many lies So many lies So feel the love come off of them And take me in your arms
Peel all of your layers off I want to eat your ??? No more leaky holes in your brain And no more false starts I wanna get out And make it work So many lies So many lies So many lies So feel the love come off of them And take me in your arms I wanna get out And make it work I want you to get out And make it work I'll be ok So many lies So many lies So many lies So feel the love come off of them And take me in your arms [Thom Yorke]
Ti ride negli occhi
l'arte di amar
accendi misteri
senza parlar
sorridi se
io muoio in me
e siedi sull'orlo
dei miei pensieri che
la notte sa portare a te ...
[V. Capossela]

L'isola nell'isola


Nulla

Nulla è una cittadina di provincia.Secondo le ultime stime ha un’estensione che copre tutta l’Italia, e un numero di abitanti pari ad oltre due terzi dell’intera popolazione nazionale.Nulla ha confini brulicanti e incerti.E` un ammasso di periferie senza centri.A Nulla, la noia è madre del vizio, cugina dell’ozio, sorella della frustrazione.I sondaggi la danno come prima assoluta nel computo di apparecchi televisivi pro capite; nel numero di automobili in rapporto al numero di abitanti; nella carenza di proposte.Per raggiungere Nulla si attraversa un’autostrada, una superstrada o, più semplicemente, una strada sovrastata dai cavalcavia. O il mare, o il monte, o la pianura, o la statale spappolata dalle frane, o l’immensa circonvallazione incompiuta, o la bretella priva di segnaletica.Per raggiungere Nulla si possono attraversare persino gli oceani.I sondaggi la danno come prima assoluta nell’incremento della micro e della macro criminalità, nei consumi di telefoni cellulari e pastiglie dimagranti, negli abusi di alcol e droghe.I sondaggi danno in crescita i suicidi… [M. Fois]